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La chiave inglese dalla sua invenzione a oggi

L’articolo di oggi è dedicato a uno degli attrezzi più comuni, più semplici e, allo stesso tempo, più utili che si possa trovare in una cassetta degli attrezzi: la chiave inglese.

Dadi e bulloni sono gli elementi di fissaggio più resistenti e affidabili. Hanno un design semplice che permette di sorreggere enormi strutture come ponti o grattacieli e di tenere insieme ogni singola parte di macchinari complessi. Proprio per questo motivo si è sentita la necessità di creare la chiave ingles:; uno strumento speciale per poterli avvitare e svitare meglio.

la storia della chiave inglese

La storia della chiave inglese

Non si sa con certezza quando sia apparsa la chiave inglese, ma ha senso supporre che sia entrata a far parte degli attrezzi usati dagli artigiani nello stesso periodo in cui sono stati introdotti i dadi e i bulloni.

I primi elementi di fissaggio filettati sono stati rinvenuti in strutture create dagli antichi romani, il che ci suggerisce che già al tempo dovessero avere un qualche modello di cacciavite e di chiave.

Nella storia europea, le chiavi inglesi con il tipico aspetto “biforcuto” per cui le conosciamo sono apparse all’inizio del XV secolo e la distribuzione di questo strumento su larga scala è avvenuta nel XVII e XVIII secolo. Nei secoli XIX e XX, dopo la prima rivoluzione industriale, era già difficile trovare una persona che non conoscesse la chiave inglese per dadi esagonali e non sapesse come usarla.

La domanda per questo strumento era talmente grande, che non poteva passare inosservata alle famose aziende di ingegneria e strumenti. I brevetti per molti modelli di chiave inglese appartengono proprio a colossi come Mauser.

Nel corso degli anni, ingegneri e progettisti che lavorano in campi diversi, dall’industria delle armi alla costruzione di locomotive, navi e ponti, hanno inventato nuovi modelli di chiave inglese. Ognuno di loro ha cercato di adattare lo strumento alle peculiarità del proprio settore di attività..

Struttura

La classica chiave inglese è composta da un corpo (o manico): una piastra metallica piatta che può assumere diverse lunghezze, larghezze e spessori a seconda dello scopo.

A un’estremità del manico si trova la cosiddetta “forchetta”, cioè la parte biforcuta con le due ganasce fisse che servono per incastrare lo strumento su dadi e bulloni e trasmettergli il movimento necessario a serrarli o allentarli.

Le dimensioni di una chiave inglese variano a seconda della distanza che intercorre tra le due ganasce della forchetta. Solitamente, maggiore è la distanza, maggiori sono la lunghezza e lo spessore del corpo della chiave.

In generale, il manico funge da leva, quindi l’intera chiave è realizzata in acciaio per utensili o leghe speciali.

Modelli diversi di chiave inglese

La chiave inglese si inserisce sul dado o bullone e consente di applicare una forza diretta per lo svitamento o l’avvitamento dello stesso. Ogni volta che si compie un movimento è necessario sollevare la chiave, riposizionarla e compiere nuovamente il movimento.

Questo strumento è talmente usato che negli abiti da lavoro sono presenti apposite tasche per trasportarlo o riporlo. Nel corso degli anni, però, sono stati inventati nuovi modelli di chiave che permettessero di rendere questo movimento “avanti e indietro” più comodo, veloce e meno faticoso.

Inizialmente sono apparse le chiavi ad anello. Diversamente dalla chiave inglese, una chiave ad anello presenta un cerchio con profilo esagonale al posto della forchetta. Questo permette di girare intorno all’elemento di fissaggio senza dover riposizionare ogni volta lo strumento. Un’ottima innovazione, ma non applicabile a dadi e bulloni posizionati in luoghi difficili da raggiungere.

Così, qualche anno dopo, è stata inventata la chiave inglese a cricchetto: un meccanismo che permette di girare dadi e bulloni senza sollevare mai la chiave. Grazie a una ruota dentata, permettere di eseguire movimenti rotatori anche negli spazi più stretti, risparmiando tempo e fatica.

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